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Patologia.

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Sul microparassita del vaiuolo. Nota del dott. A.

MAROTTA, presentata dal Socio TRINCHESE.

1° Secondo le mie ricerche esiste costantemente nella linfa delle vescicole vajuolose, che non contengono ancora del pus, una sola specie di microrganismi, ed è uno speciale micrococco: il micrococco tetragono. Nelle pustole invece si trovano degli altri micrococchi, per lo più il micrococcus albus, che somiglia moltissimo a quello descritto dagli altri autori e che è ritenuto come il microparassita specifico del vajuolo.

2o Alcuni degli osservatori (Klebs, Cohn, Bareggi) hanno già intraveduto l'esistenza di un micrococco tetragono nel pus vajuoloso; però non l'hanno isolato, nè hanno dato ad esso l'importanza che merita, ritenendolo, o come un fatto accidentale (Cohn), o come un rallentamento del processo di riproduzione per scissione (Bareggi).

3° I micrococchi assai più rilevanti in grandezza, descritti da qualche autore (Bareggi) e ritenuti come impurità nelle colture senza averli isolati, e quelli stessi che io avevo notato per l'innanzi seguendo metodi meno propri di colorazione, sono dovuti probabilmente al coloramento della sostanza unitiva intermediaria, che non lascia vedere i quattro micrococchi che involge.

4° Il micrococco tetragono da me studiato si coltiva molto bene nella gelatina nutritiva e nell'agar-agar, rese molto alcaline; nel siero di bue coagulato; sulle uova cotte; non si sviluppa invece sulle patate, anche se l'innesto provenga da una colonia artificiale di micrococchi tetragoni.

5° Il micrococco tetragono del vaiuolo vive meglio in un mezzo poco alcalino dopo le sue prime colture artificiali in sostanze rese gradatamente meno alcaline.

6o Le colonie che si ottengono con la sua coltura, sono di un bel colore giallo-arancio, lucide, spesse e rilevate sulla superficie di coltura. Il massimo spessore l'acquistano sulle uova cotte, potendo arrivare a quattro millimetri.

7° Lo sviluppo delle colonie è lento nella gelatina nutritiva (occorre poco più di un mese perchè s' abbia il massimo sviluppo); è rapido invece nel siero di sangue coagulate alla temperatura di 37 Cg.

8° Il micrococco tetragono fonde la gelatina nutritiva e il siero di sangue coagulato: la prima comincia a fondersi dopo un mese alla temperatura di 21 Cg. e gradatamente si fonde tutta dopo altri venti giorni; il secondo comincia a fondersi dopo due giorni, o cinque, secondo che la provetta si trova alla temperatura di 37 o 21 Cg., e si ha, dopo un mese, la completa fusione del siero contenuto nella provetta.

9° La gelatina ed il siero di sangue dopo la fusione hanno una reazione intensamente alcalina.

10° Lo sviluppo del micrococco tetragono oscilla tra i 16 e i 43 Cg.; il suo massimo sviluppo s'avvera a 39 Cg.

- 11° Gl'innesti praticati anche con la settima generazione di coltura ne' vitelli, producono in questi delle pustole identiche perfettamente alle vacciniche; e perciò il micrococco tetragono, che si trova nelle pustole vajuolose, è il micrococco specifico del vajuolo.

12° Gl'innesti fatti ai cani sono negativi, anche se si vuol produrre artificialmente più alcalino il loro sangue.

13° Le inoculazioni nel connettivo sottocutaneo de' cani e delle cavie nella dose di due grammi di coltura per i primi, di mezzo grammo per le seconde, non producono alcuna lesione specifica: ciò vuol dire che il micrococco tetragono non ha nulla di comune neppure co' micrococchi piogeni.

- 14° Dalla facilità di sviluppo ne' mezzi alcalini si trova indicata la cura degli acidi ».

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Fisica. Sulla variazione di volume che si avvera nell'atto della mescolanza di sostanze organiche. Nota di A. BATTELLI e M. MARTINETTI, presentata dal Socio BLASERNA.

In una Nota precedente (1) abbiamo dimostrato che i miscugli di alcune sostanze organiche (paraffina, naftalina, nitronaftalina, difenilamina, naftilamina, stearina e canfora monobromata) si comportano quanto ai calori specifici e ai calori di fusione conformemente a ciò che si riscontra nelle leghe metalliche; cioè, il calore specifico allo stato solido e allo stato liquido di un miscuglio è prossimamente uguale a quello, che si deduce dai calori specifici delle sostanze componenti colla regola della media aritmetica; mentre invece il suo calore di fusione ha un valore sempre inferiore a quello, che si ottiene dai calori di fusione dei componenti colla stessa regola; e partendo dal valore appartenente ad una delle sostanze si va abbassando sino a raggiungere un minimo, e s'innalza poi sino ad avvicinarsi a quello dell'altra sostanza componente.

In un' altra Nota pubblicata in seguito da uno di noi (2) si è dimostrato, che nella formazione di tali miscugli si ha sempre un assorbimento di calore; e che se si pongono in confronto i valori delle calorie di assorbimento con quelli che esprimono le calorie di fusione per una data specie di miscugli, si ha per i primi un andamento opposto a quello dei secondi, cioè, le calorie di assorbimento vanno crescendo man mano che si aumentano le proporzioni di una delle sostanze componenti, raggiungono un massimo, e poi diminuiscono,

(1) A. Battelli e M. Martinetti, Sui calori specifici e di fusione dei miscugli di sostanze non metalliche. Atti dell'Acc. dei Lincei, serie 4a, vol. I, pag. 621 (1885).

(2) A. Battelli, Sui fenomeni termici che accompagnano la formazione dei miscugli di sostanze non metalliche. Atti dell'Acc. dei Lincei, serie 4a, vol. I, pag. 646 (1885).

se si seguita ad aumentare le proporzioni della stessa sostanza. E precisamente dove le calorie di fusione hanno un minimo, quelle di formazione hanno un massimo.

Ci è sembrato quindi interessante lo studiare, se corrispondentemente a questi fenomeni avvenga un aumento o una diminuzione nel volume, quando due di queste sostanze vengano insieme mescolate.

E per questo abbiamo determinato le densità dei varî miscugli.

- Credemmo utile di fare le determinazioni alla temperatura dello zero, a quella dell'ambiente e alla temperatura, in cui i miscugli fossero liquidi, per avere nell'istesso tempo la variazione delle densità colle temperature.

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I miscugli li formammo con le identiche sostanze adoperato prima; e il metodo scelto per le determinazioni allo stato solido fu quello della boccetta. Dopo di aver formato e fuso un miscuglio, lo versavamo in una vaschetta di porcellana per modo che tornasse sul fondo uno strato di pochi millimetri. Così il miscuglio si raffreddava regolarmente, e ne risultava una piastra omogenea e compatta, priva di quei piccoli vuoti che si formano nella massa interna di queste sostanze e miscugli, quando vengano lasciati solidificare liberamente in un tubo da saggio. Da questa piastra toglievamo delle piccole laminette, che ci servivano poi allo studio delle densità del miscuglio.

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La difficoltà più grande a superare era quella di estrarre le bolle d'aria dalla boccetta, quando v'era immersa la sostanza; perchè esse aderivano tenacemente a questi miscugli. Perciò ponevamo la boccetta sotto la campana della macchina pneumatica, e seguitavamo ad estrarre l'aria per varie ore di seg ito, aiutando il distacco delle bolle con colpi dati sul piatto della macchina.

Allo stato liquido abbiamo usato dei dilatometri a corto collo, dai quali coll'aspirazione toglievamo le bolle d'aria.

I risultati sono riportati nelle seguenti tabelle, nelle quali in prima linea si trovano le proporzioni delle sostanze componenti. In esse abbiamo segnati i valori delle densità a 18° (che è media fra le temperature possedute dall'ambiente nelle varie determinazioni) deducendole dai valori delle densità determinate alla temperatura di 0° e dell'ambiente. Nelle stesse tabelle sotto i valori delle densità do, dis, deo e di ottenuti coll'esperienza alle temperature di 0°, 18°, 60° e 91°, vi sono quelli che si ottengono dal calcolo mediante la formola

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dove Dè la densità del miscuglio, p1 e di il peso e la densità di una sostanza componente, pa e de il peso e la densità dell'altra, presa alla stessa. temperatura a cui si considera il miscuglio.

60

Nelle linee poi controsegnate con do, d18, deo e da si trovano le differenze che si hanno rispettivamente alle temperature di 0°, di 18°, di 60° e di 91° tra i valori dati dall'esperienza e dal calcolo. Finalmente nella linea

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controsegnata con L sono riportate le calorie, che vengono assorbite nella formazione di ciascun miscuglio.

Miscugli di naftalina e paraffina.

Nella presente tabella la lettera N indica naftalina, e la lettera P paraffina.

1N+1P

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1,1748

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0,9712

D91

$91 L

0,9702
0,0632
0,9001 0,9054
0,9593
0,0592

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1,1787 1,0756 1,0170 0,9425 0,8973 0,9083 0,9070 0,9181
1,1353 1,0918 1,0484 1,0050 0,98325
0,0597 0,0748 0,1059 0,1077 0,07495
1,0651 1,0102 0,9352 0,8875 0,8981
1,1299 1,0850 1,0401 0,9952 0,9730
0,0648 0,0748 0,1049
0,1077 0,0749
0,9322 0,8894 0,8438 0,8068 0,7925 0,7880 0,7590
0,9358 0,9005 0,8651 0,8297 0,81205 0,8009
0,0036 0,0111 0,0213 0,0229 0,01955 0,0129
0,1142 0,0900 0,0732

0,0648 0,0963 0,1125

Si vede che i valori delle densità dati dall'esperienza sono sempre minori di quelli che si ottengono dal calcolo; e si osserva che all'innalzarsi della temperatura cresce la differenza dallo stato solido; tale differenza invece è più piccola allo stato liquido. Inoltre il comportamento di tali differenze al variare i componenti dei miscugli è uguale a quello di L; e precisamente dove si ha per il massimo, lo si ha pure per L.

Miscugli di nitronaftalina e difenilamina.

Nella presente tabella la lettera N indica nitronaftalina e la lettera D difenilamina.

IN + 1D

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Anche qui i valori delle densità dati dall'esperienza sono minori di quelli dati dal calcolo, e, tranne nel miscuglio 1N-10 D, al crescere della temperatura cresce allo stato solido il valore di d; mentre è più piccolo allo stato liquido. Si può anche dire di avere lo stesso comportamento nei valori di ♪ e di L, al variare le proporzioni delle sostanze componenti i miscugli.

Miscugli di difenilamina e paraffina.

Nella presente tabella la lettera D indica difenilamina, la lettera P paraffina.

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Miscugli di naftalina e naftilamina.

Nella presente tabella la lettera N indica naftalina e la lettera n naftilamina.

1N+2n

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In questa specie di miscugli le differenze & seguono l'andamento solito

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