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- Le osservazioni in primo verticale vennero eseguite a mezzo di uno istrumento dei passaggi di Repsold della Commissione del Grado Europeo, gentilmente prestato dal comm. Schiaparelli. Il metodo impiegato fu quello di Bessel, della cui dimostrazione il prof. Millosevich s'intrattiene a lungo nella parte terza della sua Memoria. In questo metodo la declinazione delle stelle avendo un'importanza massima, si ricorse ai migliori cataloghi, cioè a quelli di Anwers, del Lewis Boss, del Safford e del Respighi.

Le osservazioni vennero incominciate il 16 gennaio del 1886 e terminate col 21 giugno ultimo. I singoli valori ricavati dalle osservazioni sono in numero di 44, e la differenza fra il valore più alto e il più basso delle latitudini residuali per le otto stelle fondamentali impiegate è appena di O′′, 4 Il medio aritmetico, tenuto conto del numero delle volte in cui si osservò la stessa stella, risultò di

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e perciò la latitudine del cerchio meridiano dell' Osservatorio del Collegio romano diventa di

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Questo risultato differisce in meno di piccole quantità sui migliori valori della latitudine del nostro osservatorio citati nella Memoria; così ad esempio il Secchi con osservazioni dirette aveva trovato 41°. 53'. 53", 73.

Questo esperimento poi del Millosevich ha dimostrato ancor più come coll'uso di tali istrumenti e delle posizioni tanto migliorate delle stelle, con poche sere di osservazioni si possano ottenere risultati per esattezza comparabili ed anche superiori a quelli ricavati in passato con un ingente numero di osservazioni.

CONCORSI A PREMI

La Classe, adunatasi in Comitato segreto, approva che il premio Carpi di L. 1000 pel biennio 1887-88, sia conferito alla migliore Memoria di Embriologia che verrà presentata all'Accademia prima del 31 dicembre 1888.

CORRISPONDENZA

Il Segretario BLASERNA comunica la corrispondenza relativa al cambio degli Atti.

Ringraziano per le pubblicazioni ricevute:

Il R. Istituto lombardo di scienze e lettere di Milano; la R. Società astronomica di Londra; la Società Reale del Canadà, di Ottawa: la Società geologica di Edimburgo; la Biblioteca nazionale braidense di Milano; la R.

Biblioteca palatina di Parma; la Biblioteca comunale di Siena; la R. Università di Genova; la R. Università di Pavia; la Scuola d'applicazione per gl' ingegneri, di Torino; il R. Istituto tecnico superiore di Milano; l'Istituto geografico militare di Firenze; il Municipio di Fabriano.

Annunciano l'invio delle loro pubblicazioni:

L'Ufficio meteorologico di Londra e la R. Università di Tubinga.

P. B.

RENDICONTI

DELLE SEDUTE

DELLA R. ACCADEMIA

DEI

DEI LINCEI

Classe di scienze morali, storiche e filologiche.

Seduta del 19 dicembre 1886.

G. FIORELLI Vice-Presidente

Aperta la seduta, il Presidente BRIOSCHI, levatosi in piedi, legge la seguente Commemorazione del defunto Accademico, MARCO MINGHETTI.

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L'Accademia, la Classe di scienze morali, conoscono già il grave lutto che le affligge; non ho dunque la dolorosa missione di annunciarvelo. Permettete però questo conforto all'animo mio, che io, prima d'altri, qui, in questa Aula, dove ciascuno di noi ha potuto dal pallore del volto, dall'accasciato portamento, misurare il fatale progresso della crudele malattia che doveva troncar la sua esistenza, ed ammirare insieme la potenza della sua volontà, io vi parli di lui. di Marco Minghetti.

La mia parola sarà sobria, e per molte ragioni. Innanzi tutto io non devo considerare in questa adunanza che il Socio dell' Accademia; in secondo luogo sebbene la molta varietà delle discipline, che formano argomento di scritti del compianto Collega, permetta anche a me di apprezzarne direttamente alcuno, pure sento che un esame, un giudizio complessivo sull'opera sua siccome scrittore, dev'essere riservata ad altri. Infine voi vorrete tenermi conto della brevità del tempo, ed ancora più del mio dolore per l'amico perduto.

La manifestazione universale di cordoglio che da ogni terra italiana giunse in Roma all'annuncio della morte di Marco Minghetti, le commemorazioni che di lui pubblicarono i più importanti periodici di Europa, furono

RENDICONTI. 1886, VOL. II, 2o Sem.

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specialmente dirette all'eminente uomo politico, all'eloquente oratore, all'illustre uomo politico, in una parola all'uomo di azione. Ma può egli esistere nei tempi moderni, azione, opera, efficace e duratura siccome quella compiuta dal Minghetti, senza essere preparata e sorretta di continuo da una vasta coltura e da una lunga meditazione ?

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Chi, parlando o scrivendo di lui, porrà in luce questa parte meno nota della vita del Minghetti, chi lo mostrerà nella sua giovinezza, alieno da frivoli passatempi, tutto dedito agli studî classici, ai filosofici, agli economici, non avrà solo reso omaggio alla venerata memoria sua, ma avrà insieme additato alla gioventù italiana che sentesi attratta verso la vita pubblica un alto esempio, e indicatale la via a percorrere per rimanere in essa, come egli scriveva (1), avendo per unica norma l'ossequio alla verità, e per unico fine il bene della patria.

Io non credo di aver potuto in questi pochi giorni raccogliere tutti gli scritti giovanili del Minghetti, e me ne duole giacchè sono essi che più specialmente avrei desiderato ricordare in questo momento. Però posso citarne due, i quali ritraggono maggiore importanza dal fatto che l'ordine di idee svolto nei medesimi esercitava non lieve influenza nella vita pubblica dell'autore.

Appare dal primo di essi che il Minghetti all'età di circa ventisei anni recatosi in Inghilterra e fatta ivi dimora di vari mesi, abbia assistito ad una parte almeno della discussione nella Camera dei Comuni sulla riforma delle leggi frumentarie che porta il nome di Roberto Peel, ed abbia conosciuto gli uomini principali di quella lega fondata in Manchester che ne furono i promotori. Ritornato in patria leggeva il primo marzo del 1846 alla Società agraria di Bologna una estesa Memoria (2) intorno a quella riforma ed agli effetti che dalla medesima potevano derivare al commercio italiano. In essa dopo avere narrate storicamente le diverse fasi della politica economica inglese, dall'atto di navigazione al principio della riforma commerciale, egli espone alcuni suoi pensieri intorno la libertà di commercio che a me sembrano degni d'essere riferiti testualmente Enunciando il principio della libertà del commercio io non voglio perciò inferire che debba essere prosciolto da ogni misura, e sempre e da per tutto, e senza alcuna riserva introdotto. Ogni libertà se non è ordinata al fine degenera in anarchia, ed è questo il problema più arduo e sovrano delle scienze sociali di conciliare l'ordine colla libertà. Per la qual cosa può essere utile in certi momenti e in alcuni casi speciali porre ai traffici regola e misura, e serbare nella nazione una industria anche più costosa perchè necessaria. Similmente non si vuol negare a certe manifatture incipienti, quando si

(1) Elogio di Gaetano Recchi, letto alla Società agraria di Bologna il 7 marzo 1857. (2) Della riforma delle leggi frumentarie in Inghilterra e degli effetti che possono derivarne al commercio ialiano, 1 marzo 1846.

riconoscano appropriate al paese, lo aiutarle finchè abbiano pigliato saldezza. Da considerazioni politiche e morali verranno ancora argomenti a modificare i principi della economia, perchè le leggi della economia pubblica tutte quelle che risguardano il ben essere materiale sono sottoposte in debita gerarchia alle leggi della Morale e della Politica e con queste hanno da concordarsi prima di essere poste in atto.

- Le quali ultime parole dimostrano che già fino d'allora il Minghetti meditava intorno a quelle attinenze della Economia pubblica colla morale e col diritto, le quali furono argomento del libro, pubblicato in Firenze nell'anno 1859, che rese tanto chiaro il suo nome.

Ma oltre a quelle sane e temperate idee sulla libertà dei commerci, altri ammaestramenti egli portava dall' Inghilterra ai suoi concittadini intorno ai progressi della agricoltura. In una Memoria letta alla stessa Società di Bologna (1) egli espone con molta chiarezza e precisione, dimostrando le migliori qualità di un perspicace osservatore, ciò che aveva veduto colà in fatto di miglioramenti agricoli, le varie domande da lui rivolte agli agricoltori inglesi, e le risposte ottenutene; ponendo in maggior rilievo quegli esempi che potevano trovare applicazione nel nostro paese.

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Altri scritti concernenti l'agricoltura esistono del Minghetti ed il fermarcisi sopra non sarebbe vano giacchè coloro i quali ebbero qualche famigliarità con lui sanno come in certi momenti di stanchezza subito vinta, egli si sentisse attirato verso la vita dell' agricoltore. Singolare coincidenza. Nella commemorazione del conte Camillo di Cavour letta a Torino il 21 giugno 1886, giunto ad uno dei più gravi momenti della vita del grande Statista, così il Minghetti si esprimeva: Intanto il Cavour usciva dal Ministero; ma cercava inutilmente la quiete in geniali viaggi, o nelle cure tanto dilette dell'agricoltura; oggimai non poteva posare che nell'adempimento del gran disegno che gli stava riposto nel profondo dell' animo.

Dissi poc' anzi come gli anni giovanili del Minghetti fossero in molta parte dedicati agli studî letterari e filosofici. Della estensione e profondità di questi studî ne fanno testimonianza tutti i suoi scritti posteriori; ma già da alcune meno note scritture di quella prima età può arguirsi quanto fosse in lui vivo l'amore del sapere.

Citerò due fra esse, forse le prime, giacchè dettate a diciotto od a dicianove anni. Il professor Paolo Costa, noto in allora pel suo libro: Della Sintesi e della Analisi, nel quale, così scrive il Minghetti, messi in aperto gli errori del Condillac e del Tracy, addimostrò il vero metodo di insegnamento essere il sintetico, cioè quello che prendendo a fondamento la esperienza e la osservazione, incomincia dai fatti più semplici, ed aggiungendo sempre nuovi elementi procede gradatamente alle cose più composte

(1) Di alcune novità agrarie in Inghilterra. Discorso letto alla Società agraria di Bologna 1854.

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