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(a 9 centigradi) la resistenza allo schiacciamento della malta, dopo un mese, non è che di 17 chilogrammi per centimetro quadrato, mentre di primavera (18o) è di chilogrammi 34; e finalmente d'estate (27°) è di 51 chilogrammi, fatto della più grande importanza per le costruzioni recenti, perchè indica fino a qual punto le stesse possono essere caricate con sicurezza.

V. 3. Nell'impiego delle pozzolane vulcaniche furono segnalati, negli ultimi tempi alcuni insuccessi, prima ad Algeri nel 1844 () colla pozzolana di Roma, e poi nella Manica col trass del Reno, detto anche di Olanda. Facemmo studi per indagare le cause di questi curiosi fenomeni, che laciarono e lasciano intranquilli i costruttori delle opere marittime, e venimmo nella opinione, che per la pozzolana di Roma, la stessa era stata, in questo solo caso, molto decomposta con asportazione di una notevole quantità di silice e di alcali, fatta dagli agenti atmosferici, acqua, ossigeno, ed acido carbonico; e ciò apparisce dagli interessantissimi studi fatti da Ebelmenn sulla decomposizione del basalto del Reno nel 1845-47 (2), e dalle analisi chimiche fatte ad Algeri nel 1845 (3), e riferite da Ravier.

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Quanto al secondo caso del trass del Reno crediamo che sia dovuto al non essersi trovato, in quella circostanza speciale, nello stesso trass quella disposizione molecolare che è indispensabile per la riuscita delle malte pozzolaniche immerse: ciò pure risulta dalle analisi chimiche fatte da Rivot, e che furono riferite da Minard (4).

VI. Riteniamo che questa disposizione molecolare fu prodotta dall'elettricità, che svolgesi in grande copia nel forte delle eruzioni vulcaniche, e che di più, pel pirosseno e pel peridoto, entra pure come una delle cause la forte ossidazione subita dai silicati contenenti in origine una notevole dose di protossido di ferro.

Gli studi di Gehlen nel 1811, di Fournet nel 1833 (5), e quelli decisive di Brongniart e Malaguti nel 1841 (6), danno un grande appoggio alla nostra opinione che è pure confermata dalle osservazioni fatte a Napoli, e riportate dal compianto prof. Pilla Leopoldo (7), che le sabbie e ceneri del Vesuvio si trovarono in alcuni casi elettrizzate, mentre la lava non ne dava il minimo indizio: prova questa evidente che la virtù idraulica di una pozzolana non dipende dai suoi componenti, ma dallo stato molecolare in cui trovansi.

Quei fatti di non riuscita segnalati dall' esperienza nel Mediterraneo,

(1) Annales des Ponts et Chausées, 1845. Ravier.

(2) Annales des mines 1847, pag. 637-638.

(3) Annales des Ponts et Chaussées 1845.

(*) Annales des Ponts et Chaussées 1853, pag. 218.

(5) Annales de Chimie et de Physique 1833, tom. LV, pag. 227-251.

(6) Archives du Museum d'histoire naturelle 1841.

(7) Trattato di Geologia, Pisa 1847, vol. I, pag. 196.

RENDICONTI. 1886, VOL. II, 2o Sem.

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Composizione della
pozzolana di Roma,

colle sole materie fis--
se, e senza materie
sabbionicee

e nell'Oceaneo, ci pongono in avvertenza che anche le migliori pozzolane vulcaniche, come quelle di Roma e del Reno, possono in alcuni casi essere improprie alle costruzioni idrauliche, specialmente in mare; e come sia indispensabile di esaminare le nuove escavazioni, prima di adoperarne i prodotti.

Abbiamo per tale scopo immaginato un procedimento facile, che faremo conoscere a suo tempo, e che speriamo sia per riuscire utile nella pratica delle costruzioni marittime.

Abbiamo fatto il possibile per tenerci brevi; ma temiamo di non essere riusciti ad uscire dal bivio segnalato da Orazio brevis esse laboro: obscurus fio. Ripetiamo però che è nostro desiderio di dare fra poco i più ampî ragguagli in proposito.

TABELLA A: indicante le reazioni che succedono, per via umida e secca tra la pozzolana e la calce e gli acidi ed alcali.

II

III

IV

VI

Designazione
dei
componenti

la pozzolana

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Porzione asportata da
62 parti di pozzolana,
naturale dal cloridrico'
dilungato e freddo

Porzione asportata da

62 parti di pozzolana,
dopo la sua reazione;
colla calce aggiunta,
dallo stesso acido

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Porzione asportata da
62 parti di pozzolana -
naturale dal cloridrico
concentrato e caldo

OSSERVAZIONI. - Dalle colonne I e III apparisce come l'azione del cloridrico dilungato

e freddo sulla pozzolana naturale sia molto meno intensa di quella che esercita sulla pozzolana stessa dopo che subì la reazione per via umida colla calce.

Dalle colonne Iv, v, vi risulta che l'azione, per via secca, della calce sulla pozzolana è meno energica di quella che esercitano, per via umida, il cloridrico concentrato e caldo, ed una soluzione debole di potassa, pure calda.

Viene poi dimostrato ad evidenza che la silice, nella pozzolana, è combinata colle basi con affinità diverse, per cui quest'ultima trovasi in uno stato molecolare differente, e può essere più o meno intaccata dai varî reagenti chimici nella tabella indicati: dimodochè il cloridrico dilungato e freddo asporta 2,9 di basi, l'idrato di calce 10,7, la calce al rosso vivo 19; e finalmente il cloridrico concentrato e caldo 25 su 62 parti di pozzolana: sono insomma presso a poco nel rapporto di 3:12:18:25, ossiano prossimamente di 1:4:6:8.

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19 parti di basi

asportate

MEMORIE

DA SOTTOPORSI AL GIUDIZIO DI COMMISSIONI

R. ZAMPA. Etnografia storica e antropologica delle Puglie. Presentata dal Socio LANCIANI.

PRESENTAZIONE DI LIBRI

E. LEVASSEUR. Alpes. (Estratto dalla Grande Encyclopedie, edita dal Lamirault e C., Parigi).

G. PARIS. La poésie française au XVe Siècle.

CORRISPONDENZA

Ringraziarono per le pubblicazioni ricevute:

Il Ministero della R. casa di S. M. il Re; il Ministero della casa di S. A. R. il Duca d'Aosta; il Ministero della casa di S. A. R. il Duca di Genova; la R. Società zoologica di Amsterdam; la Società delle scienze di Harlem; la Scuola politecnica di Delft.

Annunciò l'invio delle proprie pubblicazioni:

La Società generale dei viticoltori italiani di Roma.

P. B.

D. C.

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pervenute all' Accademia sino al 15 agosto 1886.

Archeologia.

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Il Socio FIORELLI ha fatto pervenire all' Accademia il fascicolo delle Notizie, sulle scoperte di antichità per lo scorso mese di luglio, accompagnandolo colla Nota seguente:

- Le relazioni avute dalla Regione X (Venetia) si riferiscono alla città ed alla provincia veronese; e trattano di nuove esplorazioni dell'antico pavimento in musaico presso la cattedrale; di nuovi frammenti lapidarî iscritti, recuperati nel letto dell'Adige; e di un'epigrafe latina esistente in s. Vito di Negraro (Arusnates), la quale edita sopra vecchi apografi, non potè essere esaminata dal ch. autore del vol. V. del Corpus.

Dalla Cispadana (Regione VIII) e dall' Etruria (Regione VII) poche notizie si ebbero. Si seppe che in Bologna, nella via dell'Indipendenza, reliquie di alta antichità si trovarono nei lavori per le fondamenta di nuove fabbriche; ed una Nota del ch. Gamurrini descrisse un sepolcro assai singolare, scoperto nell'agro di Fiesole.

Dall' Umbria (Regione VI) giunsero varî rapporti, intorno ad una scoperta avvenuta lungo la Flaminia, presso il passaggio famoso del Furlo, fra Calmazzo ed Acqualagna, appena fuori della galleria. Nelle rettificazioni della linea stradale, si riconobbe sotto il livello moderno, alla profondità di poco più di venti centimetri, uno strato carbonioso, composto di frumento, ceci, fave e legumi, con molti pezzi di legno bruciato, e frammenti varî di ferro, cioè anelli, chiodi ecc.; il quale strato, benchè per la sua misura precisa fossero in disaccordo le varie relazioni, si estendeva certamente per lungo tratto, in RENDICONTI. 1886, VOL. II, 2o Sem.

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