Criße la Creation pria l' Aretino, Il fecondo à comporla fu il Bertaßos Vltimamente l'ha cantata il Taßos E poi non sò che frate Certofino, Neffuno di coftor val un quattrino, Ciafcun di quefti autori è vn babbuasso ; Perche non han trattato à paßso à paffo, Tutte, tutte le cofe per puntino. 1lMurtola, ch'eft Dottor in vtroque, Vuol far trà loro anch'egli un falto tondo, Come lo stronzo, che diffe nos quoque. Eper mostrare à tutto quanto il Mondo, Ch'ancor Omero dormitat quandoque,d Ech'egli folo è quel,che pefca al fondo;
Con ftile alto,e profonde
Defcriue in un catalogo elegante L'Afino,il Bue,il Becco,el Elefante,
Ma in tante beftie,e tante,
Non vede il terque, quaterque animale, Chefe fteßo ritrae dal naturale.
Vrtola,perche fai che le perfone, Non voglion le tue frottole aßaggiare, Tirifoluefti di dar à mangiare,
Vn giorno à cani non sò che canzone.
Ma Pino, c'hà giudicio,e defcrittione, Non la volfe inghiottir, nè mafticare, E l'ando pien di naufea à vomitare Subitamente à piedi del padrone.
Questo ti tolfe dalla tua bassezza,
Questo ti liberò d'ogni moleftia,
Questo ti fece bauer qualche carezza, da ono neska
Nè conueniua, à dirla con modeftia,
Per introdarfi in gratia di fua Altezza,
Altro mezzo à vna Bestia, che vna beftia.
L Murtola in Parnafo un giorno afcefe, Doue trouò la fua Musa ribalda, Ei la volfe attaftar fotto la falda : Cofi trefcando vennero à le prefe.
Ma,pèrche la poltrona haueua il Mefe Subbito gli attaccò la pifcia calda, Es'ella un'altra volta ftaua falda, Lo caricaua ancor di mal francefe,
Però fe manda fuori, ò fe compone,
Hor gli occhi d' Argo, hor il Mondo creato, E' tutta marcia della fcolatione.
Ond' egli talto pectore,hà giurate, Lafciar la fica, e gir dietro al mellone Da poi, ch'in stufa fi farà purgato.
Vando il Murtola nacque,ò strano cafo, Apparue per Cometa vna fchiauina, La Poefia fù mefla alla berlina,
Et alla gloria fù sfreggiato il nafo.
Il Lauro di Permesso, e di Parnaso, Andaro à incoronar la gelatina ; ita cont Fù intorbidato di merda, ed orina, Il puriffimo fonte di Pegafo:
Cafcò la fama, eruppefi vna spalla:
L'honore amdo in Bordello ad habitare,
E'l valor diventò mozzo di stalla:
Preferoi Corui, ei Cigni à contrastares Sidiede Apollo al gioco della palla,. Ele Mufe fi fecero maßare.
Nel gran natal di quefto manigoldo, Andaro i verfi à cento peron foldo.
Ofto che la natura arcipoltrona Hebbe stampato cosìbelzitello, Sbattocchiar fi fentiròn à martello, Le più große campane d'Elicona.
Dama Rouenza con Buouo d'Antonay Glingarbugliaro fubito il Ceruello, Espogliato di lauro un fegatello, Gline fecero far vna corona.
Stauano,vdita la nouella ftracca, Icircoftanti ftupefatti, è muti, Che foffe nato un Afin da rona Vacca.
In tanto egli dicea, con modi arguti,
Di mamma, e tata in vece, e cucco, e cacca. Fior, fronde,herb'ombre, e cauoli fronzuti.
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