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dati quei giorni, quegli studii, i vicendevoli conforti, la cara vostra compagnia? Perchè mi lasciaste? E sarei forse stato degno di voi, ed avrei potuto, chi sa? emularvi, se in tanti modi non mi avesse percosso la fortuna. Pure il mio nome avverrà, credo, che talvolta insieme coi vostri sia ricordato nell'avvenire; perchè mentre viveste vi amai di affetto sincero, morti non cesso ancora di piangervi; e perchè fui, sebbene ultimo di tutti, anch' io di quella scuola romana, alla quale la virtù e le opere vostre acquistarono tal rinomanza, che non sarà cancellata dal tempo.

PAOLO EMILIO CASTAGNOLA.

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Laurina dichiarava ancora di volere sposare ad ogni costo il babbo, o per lo meno la mamma, e già io mi era domandato cento volte, tra il serio ed il faceto: « Chi sa mai dove vive, dove abita, se è vicino o lontano, e che cosa fa in questo momento? È bello? Studia? Si fa onore? lo non lo vorrei grasso, nè melanconico. Sarà allegro, sarà magro?...

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» Che a quest'ora sia nato, non ne posso dubitare; la mia bimba è piena di giudizio, e non commetterà mai la corbelleria di sposarsi ad un uomo più giovane di lei. Ma chi sa mai dov'è? forse a venti passi di qua; forse agli antipodi, e a suo tempo dovrà fare mezzo il giro del mondo per venirsi ad innamorare di mia figlia. »

A volte poi dicevò ad Evangelina:

Pensare che già il destino gli ha appaiati, che nostro genero è là, in un punto dello spazio, e che egli, tutto occupato dei suoi studii, non sospetta neppure che Laurina cresce e si fa bella, colla missione di fargli perdere la testa!

Evangelina crollava il capo, e dava un'occhiata alla sua creatura, la quale intanto ingannava il tempo dell'aspettazione facendo un sermoncino alla bambola, o leggendo a voce alta in un libro tenuto alla rovescia.

Col tempo questo essere mal definito, che se ne viveva in un cantuccio dell'orbe terraqueo, aspettando che la sorte gli mettesse

innanzi mia figlia per aver la degnazione di pigliarsela, col tempo, questo fidanzato anonimo si andò facendo bello di tutte le virtù.

Non aveva che dieci anni più di Laurina, era alto, snello e bruno; portava i baffi e la mosca, e fra i baffi e la mosca un sorriso in cui si leggeva la sua anima buona. Apparteneva ad una eccellente famiglia borghese, e un po' di ben di Dio al sole non gli mancava; ma più che d'altro era ricco della volontà, che insegue la fortuna, della perseveranza che la raggiunge, della prudenza che, raggiuntala, non se la lascia sfuggire di mano, dell'amore che raddoppia ogni ricchezza divisa.

Si, era innamorato e non si poteva lagnare, perchè era anche corrisposto.

Si dovevano sposare fra dieci anni, o fra dodici, una bella mattina di maggio, prima dinanzi al Sindaco, poi in Chiesa, e appena sposati se ne andrebbero per l'Italia, coi treni diretti, per ritornare un mese dopo a Milano più innamorati di prima.

Lo conoscevo, gli volevo bene, me n'ero fatto un amico, e chiamavo lui pure: « mio figlio, » ma non perciò quel fantasma di genero diventava importuno. Solo nelle ore di ozio di suo suocero, egli veniva qualche volta a fargli visita, e appena appariva un usciere o s'annunciava un cliente, se ne andava alla chetichella. Poi le sue visite si vennero facendo tanto più rare e fuggitive, quanto più il tempo dell'avvocato Placidi diventava prezioso.

E un giorno, in un viale dei pubblici giardini, mentre io me n'andava superbamente a spasso, con mia figlia a braccetto, egli mi disse un « addio » melanconico, e mi voltò le spalle per sempre.

Quella scena mi sta sempre dinanzi agli occhi.

lo mi vedo dunque colla mia Laurina a braccetto, in un viale dei pubblici giardini, poco prima dell'imbrunire. Ho la testa in processione, non penso a nulla; cioè no, penso che sono contento di me, che mi è finalmente riuscito di sfuggire ai miei clienti, i quali mi seguirebbero volontieri da per tutto, alle preture, in tribunale, in appello, in cassazione, alla passeggiata, all'inferno; penso che comincio a mettere pancia, ma senza ombra di rammarico, perchè sotto la toga un po' di pancia fa bella figura; e penso che mia figlia, la quale mi cammina al fianco con passo spedito, gettando ogni tanto nel caro vuoto del mio cervello una domanda od una esclamazione, mi arriva oramai al mento, sebbene io porti la

testa alta. E penso che, nel vedermi passare con tanta solennità, la buona gente che mi conosce di vista appena appena si arrischia a salutarmi, temendo di turbare il corso dei miei gravissimi pensieri.

Due giovinotti ci passano innanzi, si voltano, ci guardano, sorridono e si comunicano le loro impressioni. Mi par di comprendere che uno ci abbia preso per inglesi, e che l'altro, dandogli pienamente ragione, aggiunga che viaggiamo per la luna di miele; e invece di sentire i sussulti della mia vanità di uomo ben conservato, mi adiro dentro di me e vorrei correr dietro a quei due malaccorti e gridar loro: - Balordi, oh non vedete che la mia Laurina ha 16 anni e che io sono suo padre?Mia figlia mi domanda ridendo: A che pensi? ed io rallento il passo che avevo accelerato involontariamente. — Tu, quando pensi molto osserva Laurina corri e non te ne accorgi.

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La guardo, le sorrido, ed ella si contenta, ed io riconosco che la gente ha ragione, che mia figlia ha propriamente l'aria d'una donnina, e che, vista al fianco d'un uomo... cioè che io... visto al fianco di lei... Assolutamente il mio amor proprio d'uomo ben conservato vuole la parte sua: ha lasciato passare la colleruzza dell'offeso sentimento paterno, ed è rimasto ad aspettare, mà gli hanno fatto l'elemosina e non è punto disposto a restituirla.

È l'ora di evocare il fidanzato di Laura; eccolo alla svolta d'un viale; è più grave del solito avendo dovuto invecchiare ad un tratto di tre anni, nondimeno sorride perchè il momento sospirato si avvicina.

-Lo conosci quel signore?

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Se lo conosco! è una mia creatura! Sono oramai dodici anni che ci conosciamo; quel signore non è un signore; è di casa; guardalo bene, è lo sposo che tuo padre ti ha preparato... Sorridigli, te lo permetto, fallo felice, amalo...

Vidi questa risposta come se qualcuno la scrivesse rapidamente innanzi a me, e pensai: « verrà un giorno che dovrò risponderle così; » poi volsi il capo per seguire cogli occhi il signore che era passato. Appunto si voltava egli pure, ed io ebbi agio di vederlo.

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Non lo conosco dissi a mia figlia credo di non averlo mai veduto, pare un capo d'ufficio o un colonnello a riposo. Ma perchè mi fai questa domanda ?

-Ci è già passato vicino due volte, e ci ha guardato fisso; e non oggi soltanto... anche l'altro giorno...

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Sarà un frequentatore dei giardini pubblici...

L'altro giorno eravamo in galleria...

Gli sembrerà di conoscermi... non è una cosa difficile... a Milano tutti sanno chi è l'avvocato Placidi...

Mi arrestai in tronco, perchè mia figlia mi strinse più forte il braccio, bisbigliando: - Zitto, è lui!

To'! Laurina riconosceva quel signore al passo! Era un passo frettoloso, saltellante ed accompagnato da una bizzarra musica di stivali; ma per averlo così bene nell'orecchio, mia figlia aveva già dovuto udirlo più d'una volta.

Quel signore ci raggiunse, guardò Laurina lungamente, passò oltre, sempre saltellando, e giunto alla estremità del viale, tornò indietro a passo lento, ma trovando ancora il modo di saltellare.

Feci in un istante le più strambe congetture.

« Quello è un parente lontano, forse un cugino della madre di mia moglie; emigrò all'estero per disperazione amorosa, non essendo potuto arrivare al cuore della sua bella buon'anima, prima di mio suocero; è rimasto scapolo, e si è fatto milionario; ora ritorna in cerca d'un erede; dicono che la mia Laurina sia tale e quale il ritratto di sua nonna a sedici anni; gli sembrerà di rivederla; mia figlia, grazie al cielo, non ha bisogno che nissuno s'incomodi dall'America per portarle la dote, ma se le piovesse un milioncino nel cestello di nozze, non offenderebbe nè me nè lei, nè la misericordia celeste. »

Stavo serio perchè l'incognito si avvicinava, ma dentro di me ridevo, e intanto che veniva pagando alla meglio il mio tributo d'ilarità a quell'idea barocca, altre idee si facevano avanti:

Quello è un padre di stampo antico che non si fida del criterio del suo primo maschio, e vuole scegliergli lui stesso la sposa. Laurina ha un' aria tanto modesta, ed è così carina, che non si potrebbe fare una scelta migliore. Rimane a vedersi se a noi conviene il pretendente.... »

L'incognito non era più che a pochi passi, ed io guardandolo alla sfuggita vidi con uno sgomento nuovo che egli saltellava peggio di prima, e che avea preso una cert'aria civettuola e galante, facendo luccicare stranamente le pupille nella loro cornice di rughe e piegando la testa con un vezzo tutto suo.

Non volevo credere ai miei occhi, ma bisognò pure arren

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