Nuova antologia di scienze, lettere ed arti, Volume 2;Volume 54

Voorkant
Direzione della Nuova Antologia, 1880

Vanuit het boek

Geselecteerde pagina's

Overige edities - Alles bekijken

Veelvoorkomende woorden en zinsdelen

Populaire passages

Pagina 221 - Già l'avvenir guardava, e sorridendo Dicea: Lucida fama al mondo dura, Fama quaggiù sol cerco e fama attendo. Misero 'ngegno non mi die' natura. Anco fanciullo son: mie forze sento: A volo andrò battendo ala sicura. Son vate: i' salgo e 'nver lo ciel m'avvento, Ardo fremo desio sento la viva Fiamma d'Apollo e '1 sopruman talento.
Pagina 45 - L'altra cosa che mi fa infelice è il pensiero. Io credo che voi sappiate, ma spero che non abbiate provato, in che modo il pensiero possa cruciare e martirizzare una persona che pensi alquanto diversamente dagli altri, quando l'ha in balia, voglio dire quando la persona non ha alcuno svagamento e distrazione, o solamente lo studio, il quale perchè fissa la mente e la ritiene immobile, più nuoce di quello che giovi.
Pagina 221 - 1 mio tetto, Venti rifar le rondinelle i nidi? Sento che va languendo entro mio petto La vital fiamma, e 'ntorno guardo, e al mondo Sol per me veggo il funeral mio letto. E sento del pensier l'immenso pondo, Sì che vo '1 labbro muto e '1 viso smorto, E quasi mio dolor più non ascondo. Poco andare ha mio corpo ad esser morto. I' mi rivolgo indietro e guardo e piagno In veder che mio giorno fu sì corto.
Pagina 27 - Ella dovrà credere a me: perché della patria potrò per tropp'odio dir troppo male (e non so se questo pur possa), ma dir troppo bene per troppo amore non posso certo. Ella non può figurarsi quanto la pronunzia di questa città sia bella.
Pagina 45 - ... ogni dì più, ea chi pensa non concede nessun ricreamento. Veggo ben io che per poter continuare gli studi bisogna interromperli tratto tratto, e darsi un poco a quelle cose che chiamano mondane: ma per far questo io voglio un mondo che m'alletti e mi sorrida, un mondo che splenda (sia pure di luce falsa...
Pagina 19 - Io sono andato un pezzo in traccia della erudizione più pellegrina e recondita, e dai 13 anni ai 17 ho dato dentro a questo studio profondamente, tanto che ho scritto da sei a sette tomi non piccoli sopra cose erudite (la qual fatica appunto è quella che mi ha rovinato) ; e qualche letterato straniero che è in Roma e che io non conosco, veduto alcuno degli scritti miei...
Pagina 229 - Tante cose restano da creare in Italia, ch'io sospiro in vedermi così stretto e incatenato dalla cattiva fortuna, che le mie poche forze non si possano adoperare in nessuna cosa. Ma quanto ai disegni chi può contarli? La lirica da creare (e questa presso tutte le nazioni...
Pagina 423 - Junto de um seco, fero e estéril monte, inútil e despido, calvo, informe, da natureza em tudo aborrecido, onde nem ave voa, ou fera dorme, nem rio claro corre, ou ferve fonte, nem verde ramo faz doce ruído...
Pagina 229 - Vi scrissi la cagione che m'impediva di esercitarvi la pazienza coll' informarvi, secondo che volevate, dei miei disegni d'opere in prosa. In quello ch' appartiene alla prosa italiana in genere, i pochi pensieri che ho concepiti sono ancora indigesti e disordinati , in maniera che non potrei metterli in carta senza studio, come ho proposto di fare in un trattato, Della condizione presente delle lettere italiane, che dovrebbe essere il fondamento e la norma di qualunque cosa m
Pagina 27 - Facea conto però d'imparare dagli idioti, o piuttosto di rendermi famigliare col mezzo loro quella infinità di modi volgari che spessissimo stanno tanto bene nelle scritture, e quella proprietà ed efficacia che la plebe per natura sua conserva tanto mirabilmente nelle parole, pensando a Piatone che dice il volgo essere stato ad Alcibiade, e dover essere, maestro del buon favellare, e alla donnicciuola ateniese che alla parlata conobbe Teofrasto per forestiere, e al Varchi, che dice come anche...

Bibliografische gegevens