Eva, ma alla voce & precetto d'Adamo reftano confuse, & il tutto fparifce: onde il Mondo minacciando ad Adamo, chiama contra di lui tutti gl' Infernali Moftri. SCENA 7. Lucifero, Morte, Mondo, e chori di Diavoli, s'apparecchiano per far violenza ad Adamo, e combattere con Dio. SCENA 8. L'Archangelo Micaele, con chori d'Angeli, combatte con Lucifero, & i chori di Demonii, & fuperati gli fcacciano fino all' Abiffo. SCENA 9. Adamo & Eva riverifcono l'Archangelo Micaele, e da lui fono confolati & afficurati, che per la penitenza loro, an dranno a goder in cielo on de per allegrezza gli angeli cantano lodi a Dio, della vittoria, & felicità dell' huomo, per l'immenfa pieta & Amor divino. THE lovers of Paradife Loft will, we truft, be entertained with having an opportunity of feeing how greatly and judiciously our fublime and divine poet has heightened and improved any the leaft hints or images, he has been supposed to have taken from this ancient drama, copies of which are extremely scarce and uncommon and therefore a fpecimen of the verfification is fubjoined. Not that it can be imagined, that the copious, comprehenfive, and creative mind of Milton, fo rich in the ftores of nature, could condefcend to be a meer borrower, as Voltaire would infinuate: nor can we affent to the opinion of that critic who fays, "that the poetical fire of Milton glows like a furnace, kept up to an uncommon ardour by the force of Art." ATTO QUARTO, SCENA QUINTA. ADAMO. Doue men fuggo ahi laffa, oue m'ascondo? Corri ne le mie braccia, EVA. E chi ha infieme peccato Sia da le fere infieme anco foranato. Ahi ch' ogni fcampo è fatto Varco di morte, a chi di vita è indegno. Pur di quell' antro in feno Sommergiamoci Adamo. ADAMO. Laffi partiro al fin, ma gia non partoro EVA. Strano cafo infelice, il rifo piange, Hoggi la vita more. Quanto m'affligo Adamo, Ahi quanto piango ò Cielo, Quanto fofpiro ò Dio, quanto m'accoro, ADAMO. Ma quai ruggiti horrendi L'aer fa rimbombar fremer le valli ? MORTE. Tù pur fufti, ò vil Donna, Con voce di peccato Sin dal Tartareo ofcuro. Tù tù putrida carne, e poca terra, Quefto terribil mostro D'offa D'offa humane contesto A rimirar le stelle hoggi chiamafti. Ecco la falciatrice, ecco la falce Che la luce à lasciar hoggi t'invita. Gia con occhio lincèo Scorgo mirando la futura etate Ch'al mio nome, a quest' armi à l'empietate Ma, che non finiran qui le ruine Chà tè minaccia il Cielo; altre fuenture T'appreft'anco l'Inferno, Colme d'horror fi grande; Ch'io che la Morte fono Bramo morir, per non mirarle in volto: Gia tu fè reo di morte, Già tua ftanza è l'Inferno, Fatto rubello al tuo Fattor fuperno. ADAMO, Ahi lagrime, ahi dolore Ahi crudo peccatore. EVA. Ahi dolente, infelice Eva gran peccatrice. ADAMO. Ahi, che s'annera il Cielo, ahi che ne toglie Ma qual tofto nel Ciel s'auuina, e more, EVA. Ahi, che fin non hauran quì del Ciel l'ire Ne conuien pria morire. ADAMO. Deh qual rimbombo là fù in alto afcolto? Forfe con fimil voce EVA. Ne difcaccia dal Mondo, il Cielo irato, E ne condanna de l' abiffo al fondo ? Quante faette, ò quante Atterran felue, e boschi, ò quanti, ò quanti Venti fremon per l'aria ; Quanto fcende dal Cielo Humor converfo in groffe palle, in giclo. Laffi noi, che da l'alto Gli humidi pesci habitator fi fanno. ADAMO. Fuggiamo, ohimè fuggiamo Dè monti à quelle cime Où il Ciel fembra c'hoggi Dal lungo fulminar ftanco s'appoggi The names of the perfons represented, are as follows: INTERLOCUTOR I. PADRE ETERNO. CHORO di SERAFINI, CHERUBINI, & ANGELI. ARC |