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BAR, O' fi farete tanto bene à questo gentilhomo, mai faceftino meglor & piú degna opra:et egli no ui farà ingrato io da parte mia vi donarò vn scudo. SAN. Son ricuperati dico.

- MAR. L'hauete voi?

SAN.Non ma coẞi come l'haueßenel
le mani il fignor magifter.

BAR. Conofcete uoi colui?
SAN. Conofco.

BAR, Sapete doue dimora? SAN.SÓ.
MAM. O' faperi,o' celicoli, Dijque,
deaque omnes.

Ο

MAR,Noi fiamo a' cauallo.
BAR.Bisogna foccorrere al negocio di
quefto monfignore per amor & obligo
ch' habbiamo alle lettere a' letterati.
MAM. Me nobis comendo mi racco-
mando alle vostre cortifie.
MAR.Non dubitate fignore.
SA. Andiamo tutti infieme per che lo

trouaremo, io fó certißimo il loco doue vá ad anni-darfi coftui, di hauerlo in mano non e' dubbio alchuno, non potrá negar il furto, per che benche lui non ni habbia uiftozio ho veduto lui fuggi

re.

MAR Et noi l'habbiamo veduto fuggire dalle mani del fignor maestro. MAM.Vos fidelißimi teftes. SAN. Non bifogna romperfi la testa. One dará gli fcudi, òlo daremo in mano della giuftitia.

MAM. Ita, ita, nil melius, voi dite benißimo.

SANG, Signor magifter, bifogna che voi fiate prefente.

MAMPH Optime. Vrget præfentia

Turni.

SANG. Però andando noi tutti quattro infieme, al batter che faremo de la porta:potra effere che quella puttana

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ma non

con la quale egli dimora confapeuole del negocio,o' perche lui per qual-che rima ne Vegga: non verghino ad concederne l'etrata:o' che quell'huomo fuggo fi afconda ad altra parte, effendo voi conofciutto,fon certo che lo tiraro á raggionar meco per ogni modo fotto certe fpecie di cofe che paffano. Peró fará bene,anzineceffario che canveftimenta,moftrandoui di robba corta. Voi altro Meffer,quale e' voftro nome five piace dirlo?

giate

BAR. Coppino al feruitio vostro? SANG, Voi M.Coppino farete quefto piacere a meal fignor magifter il quale vi potrá far difauori affai MAM, Me tibi offero.

SANG, Impreftategli lo voftra mantello voi vi coprirete di fua toga,che per effer uoi più corto di perfona parrete Vn'altro,Et per meglo compartire date

fignor magifter il cappello a quefto altro.compagno, & uoi prendete la fua baretta, andiamo. MAM.Nifi vrgente neceßitate, nefas effet habitum propriù di mietere; tame nihilominus,nulla di memo ; quia ita videtur, ad imitation di Patroclo che co le vefti cangiate fi finfe Achille, & di Chorebo che apparue in habito di Androgeo, & del gran Gioue ( poetarum teftimonio ) per fuoi diffegni in tante forme cangiato, deponendo taluolta la piú fublime forma: non mi dedignarrò, & deporre la mia toga literaria; optimo mihi propofito fine, di animaduertere contra quefto criminofo abominando.

BAR. Ma ricordateui fignor mastro di riconofcere la correfia di questi galant'hommi che per me non ve dimando nulla.

MAM

MAM. A voi in comuni deflino la terza parte de gli ricourati fcudi. SANG Gran mercè alla vostra libe ralitá.

BAR. Horfu andiamo andiamo.
MAM. Eamus dextro Hercule.
SAN, Mar. Andiamo.

ATTO. 4.

SCENA. I.

S.Vittoria. Sola.

Spettare non venire; è

cofa da morire, fi fe fará troppo tardi non fi potrá far nulla per questa volta::

✔nð so fife potrá di bel nuouo offrirst tale occasione, come si presenta questa:

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