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mus ifta duplici coftat exitu,& ingref fu. dibel nuouo ritornato dentro percunctatus fum, fiiui dentro fusse altro receptaculo in cui quei poteffero effer congregati:mi fú in forma conclufi onis detto. Amico mio fi fano entrati perquella porta ; fon vfciti per questa. fifon entrati perquefta;fono vfciti per quella. Tunc ftatim temendo qualch' altro foccorfo o configlo fimile a' i preteriti:mi fono indi abfetato,&(iuxta del Pythagorico Symbolo la fenteza) levie populari fuggendo per i diuer-.. ticoli andando, afpetto il tempo da tornar in cafa. quandoquidem adeffo, per de gli eunti redunti la frequeza:temo(co di mia reputatione il preiudicio) incidere in qualch' vn,che mi conofca in quefto indecentißimo habito. expedit che in istum angulu mi retiri inquesto mentre.che veggio appropiar un paio di muliercule.

SCENA XII

KARV.

Karubina. Lucia.

I nome fia di Santa

A Raccafella.

EVC. Aduocata noftra. KAR.Vipar-che ne gefti & la perfona vi raprefenti la S. Vittoria ? LVC. Vigiuro per i quindici mifterij del rofario (che ho finiti de dire adeffo) che io medefima,al prefentemi penfo ef fere con effa lei. Sin alla voce, & le pa roli vi fono accomodatißime.

Pur farrete bene ad parlargli sempre baffo fotto voce, con effortarlo al fimile, fingendo tema di effere vdita da vicine, & dall' altre genti di casa che fon gionte à muro & muro. Quanto al toccarui de la faccia voi l'hauete coßi verde,morbida, piena come la fi

gnora Vittoria, fi non al quanto meglo

re.

KAR. Voi farrete che lume non ven-ghi in camera fin tanto che da me non - Vi fi farrà fegno,per che voglo conuencere coftui d'intentione fatto. LVC. Oltre che farrà bene di dar qualche sollazzo alla pouera beftia, prima che tormentarla. fate che scarghe al meno vna volta la bifaccia per veder con quanta deuotione fimaneggi. KAR. Oh quanto à questo voglo ch' il fpaffo fi più voftro,che fuo. Io megli moftrarró tutta in fiammata d'amore: conquesto gli piantarró de baci di orfo,lo morficarro fu le guance, & gli Strengerrò le labbra co děti, di forte che fij forzato ad farui vdir le strida guftar de la comedia. All'hora dirrò cor mio, vita mia non cridate, che farremo uditi, perdonami cor mio che questo è

per troppo amore.

LVC. Il crederrà per la virtú forza de l'incanto.

KAR, Io mi liquefaccio tanto;che ti forbirrei tutto in fin' a'l'ossa. · LVC. Amor di Vipera.

CAR. Oh,quefto non basta. Poi farrò di modo che mi porga la lingua;& quella Voglo premere tanto forte co gli denti; che non la potrá ritrare à fuo bel piacere non la voglo lasciar fin tanto che non habbia gittati trè ò quat-troftrida.

LLC. Ah,ah,ah, ih,ih,ih,ah.Dirrò alla S. Vittoria.questa è la lingua.potrà egli ben cridare,ma parlarnon: questa éalquanto troppo dura,

Vfcir l'amor dal culo.

da fargli,

CAR. All'hor dirrò, cor mie bello

mia dolce piaga, anima del mio core

com

comportami (ti priego) questo ecceffo. il mio troppo amare, il mio effer troppo fcaldata n'e' caggione, quefto mifá freneticare.

LVC. Per Santa Pollonia ch' hauete di bei tiri, dirrà egli trà fe.che canino amore' di coftei? -KAR. Fatto queste fecondo atto, moftrarró di volergli concedere l'entrata maeftra per vna volta,prima che ci colchiamo al letto. M'acconciarró in atto da chiauare: tosto che lui harrà cacciato il fuo cotale : farrò bene che vengli all attollite porta: ma prima che giongha oll introibi Regloria. voglo = apprendergli i tefticoli & la vergha con due mani, & dirgli.o' ben mio mio tanto defiderato, o' Speranza di queft' anima infiammata,prima mi farran le mani tolte,che tu mi fij tolto da le mani, co quefto le uogle premere tato

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