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le, e come parziale e favorevole rimproverato ci veniva coll'altra. Ma Orazio l'aveva ben preveduto: Tanti sono i gusti, quanti i convitati, egli diceva; e le cose le più dimostrate sono soggette sempre a discussioni anco fra gli uomini che hanno istruzione, tatto delle convenienze, (come la Harpe definì il gusto) e buona fede. E per disgrazia comune, quanti pochi son mai quelli che possedano riunite queste tre qualità? e come è raro che le due prime sieno dirette dalla seconda! Niuno avrà spirito fuorchè noi e i nostri amici: l'assioma è già conosciuto; ma pochi sanno che forse non è mai stato adottato con tanta pertinacia nella letteratura Italiana quanto dal principio di questo Secolo in poi.,, Non si tratta (così andava scrivendo l'anno scorso un Letterato Lombardo a un nostro Amico) non si tratta „ più di sapere se lo stile del tale o tal altro Autore è ,, chiaro, preciso, armonico, elegante: se i suoi con» eetti son giusti; se la sua immaginazione è regolata; „ se non abusa dello spirito; e se le Carte Socratiche, », come lo disse il grau Maestro, sono il fondamento dei suoi scritti, e dei suoi libri: osservazioni inutili, " questioni oziose, son queste; si tratta di sapere se appartiene o no a quella tale o tal altra classe di lettera» ti, se nello scrivere è Antichista o Modernista (si scusi la barbarie dei termini quando si tratta di barbare „, cose) se sa a tempo storpiare all'antica una frase ele,,gante, per dar nobiltà al discorso; se adopera per › vezzo il termine disusato per non confondersi colla ,, canaglia degli Scrittori che usano sempre il più bello, il più generalmente accetto, onde il periodo e il concetto passi chiaramente e senza intoppo alla mente: ose in ultimo luogo è favorevole a quel tale o tal altro „Autore già morto, cioè à dire se ne stima, ne am,, mira, e ne copia i difetti. Imperciocchè, vi fu mai ,, pella Letteratura, o per dir meglio vi dovrebbe esser mai altra setta che quella del bello e del vero? Coloro ,, che hanno istruzione, gusto, e buona fede, hanno im "maginato mai di non prestar ai sommi Serittori l'omag », gio e l'ammirazione che meritano, nei luoghi ove sono

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veramente eminenti? Chi ha mostrato, per esempio, di sentire più vivamente e profondamente le divine bellezze del Metastasio quanto l'Arteaga? Chi ha più del Voltaire posto in luce l'infinito merito di Corneille? Chi ha più del la Harpe insegnato a biasimare e ad ammirar con ragione, con discernimento, con giu dizio? Qual distanza immensa da questi Critici agli Apologisti Universali di certi Autori, che possono » rassomigliarsi al Serpente divenuto Medico della favola Indiana, che prima di giungere ad apprestare ,, i rimedj all'ammalato, coll' alito velenoso l' avea morto!

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Ma basti di ciò. Quello che ci resta a dire si è che di molte cose Letterarie avremo a dar conto nei primi Numeri dell' Anno venturo. Il 1. Volume della Classe Letteraria dell'Istituto Italiano: le opere di Scultura e di plastica del celebre Canova, descritte dalla Contessa Albrizzi; due libri dell' Odissea e varj squarci della Georgica tradotti dal Cav. Pindemonte; le Lettere e Pittoriche sul Campo-Santo di Pisa del Cav, de Rossi e del Prof. Rosini, e varj altri opuscoli, sono già sotto gli occhi dei nostri Amici per renderne conto.

Aggiungeremo che abbiamo creduto di far cosa grata a coloro che ci favoriscono della loro benevolenza di terminare quest' Annata dando il prospetto delle opere tipografiche eseguite da noi in quest'anno; e di quelle che saranno compiute nell'anno venturo. Ved. pagine 365.

In un Giornale di Letteratura non si potrebbe senza colpa omettere di riportar per l'intiero quello che farà eternamente la gloria della Pisana Accademia, ne'due Discorsi pronunziati la mattina del dì 21 Decembre.

Discours prononcé par Monsieur le Chev. Cuvier Conseiller Titulaire de l'Université Impériale, Secretaire Perpetuel de l'Institut, devant les Professeurs de l'Academie de

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Pise.

Dès les premiers pas que notre AUGUSTE MONARQUE a fait en Italie, il a donné des preuves éclatantes de l'estime que lui inspirent les services rendus par cette belle Contrée à la civilisation du genre humain : et aujourd'hui que quinze années de prodiges l'ont rendu l'arbitre de l'Europe, aujourd'hui que les Italiens sont appellés à partager la gloire de ses armes, et les bienfaits de son: gouvernement, il a proclamé de nouveau ces services du haut de son Throne. En vous unissant aux Français, il leur a rappellé que deux fois vos ancêtres ont porté dans l'Occident les lumieres des Lettres, et des Arts.

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L'Italie moderne n'éprouvera donc point le sort de l'ancienne; les semences qu'elle a repandues, fecondées par religion universelle, ont porté des fruits plus heureux; elle trouve dans les Français des élèves dignes d'elle, et non des barbares prêts à la dechirer; ils ne la traiteront pas comme dans un moment de délire ils se sont traités eux-mêmes; le silence n'attristera point ces temples de l'Instruction; les maîtres ne seront point dispersés: en un mot, une chaine non interrompue liera le Règne de NAPOLEON à celui des Medicis, et votre Siècle à celui du Dante, de Michel-Ange, et de Galilée.

C'est cette honorable succession que l'EMPEREUR veut vous garantir: et que ne puis je vous exprimer, Messieurs, le bonheur que nous eprouvons, d'avoir été chargés par le Chef illustre de l'Université Impériale de préparer l'accomplissement des vues bienfaisantes du

Monarque, et de pouvoir laisser quelque souvenir sur cette terre classique, où nous n'avons marché qu'avec un saint respect; et qui nous a presenté à chaque pas l'ouvrage ou le monument d'un grand homme.

Au reste notre mission a été bien facile à remplir. Vous le savez, Messieurs; tous les depositaires du pouvoir ont été animés de l'esprit de leur Maître; tous ont dejà concouru à rendre votre sort assuré. Cette PrincesSE que l'EMPEREUR à chargée de le faire aimer des Toscans, et que sa grace, et son esprit supérieur semblent avoir destinée à ce noble emploi, a vu vos besoins d'un coup d'œil; Elle y a pourvu d'un mot.

Avec une telle protection, avec des talens, et un zèle tels que les vôtres, que nous restait il à faire si non d'aller redire au Grand Maître ce dont nous avons été les

témoins ?

Oui, Messieurs! votre réunion à l'Université Impériale s'opérera sans aucune difficulté. Le bien-être d'aucun de vous n'en souffrira; celui de plusieurs augmentera immédiatement, et celui de tous dans un avenir prochain; vos moyens materiels seront bientôt proportionnés à la juste célebrité de votre Academie; l'établisse ment de notre discipline affranchira votre bonne volunté des entraves dont l'embarassaient encore quelques formes antiques: enfin votre association aux Ecoles Françaises doublera vos succès et les nôtres, en rendant plus active notre émulation mutuelle.

Tel est l'espoir que nous avons conçu; espoir trop flatteur pour que nous n'ayons pas dû saisir la prémière occasion solemnelle, qui s'est présentée, de vous en faire part. Nous vous invitons à commencer l'exercice, pour lequel nous sommes rassemblés.

RISPOSTA

DEL SIGNOR PROFESSORE QUARTIERI

VICERETTORE

SIGNORI

L'Accademia di Pisa debitrice del suo nome, del suo splendore, e della sua gloria ai Sovrani, che in diversi tempi hanno governata la Toscana, vede ora con giubilo il Trono del più Grande e del più Sapiente dei Monarchi essere il Trono del suo SOVRANO, dal quale mentrechè EGLI regge i destini delle Nazioni e dei Re, estende il suo Genio animatore alla protezione delle Lettere, e delle Scienze, delle quali conosce potentemente il pregio, ed il valore.

Questo giubilo già le si accrebbe quando vide fra i suoi sagri recinti l'Augusta SORELLA del Grande IMPERATORE, depositaria del potere, e dispensatrice fedele delle grazie di LUI, accogliere i suoi Professori con quella Clemenza che inspira amore e rispetto, quando la vide occuparsi dei loro interessi, prevedere i loro bisogni, prestarsi al loro sollievo.

Ma la gioja dell' Accademia di Pisa è giunta al suo colmo nel vedere inviata dal Capo illustre della pubblica istruzione, dal Gran Maestro, una Commissione di Persone cotanto rispettabili destinata ad associarla alla Grande Università dell'Impero, ad eccitare nei suoi Professori il nobile spirito di una viva emulazione, ad illustrare i suoi fasti, ad accrescere il suo decoro, a ravvivare le sue speranze.

Già queste speranze cominciano a prendere maggior vigore nell' animo dei suoi Professori accolti da Voi con umanità singolare, ammessi ad ammirare più da vicino

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