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LA

CRONOLOGIA EGIZIANA

E L'IPOTESI SOTIACA,

OSSERVAZIONI DI

ERNESTO SCHIAPARELLI.

L'ipotesi che pone a base della cronologia egiziana il periodo sotiaco riposa sopra un fatto astronomico costante, il sorgere di Sirio all'orizzonte insieme al sole combinato con un fenomeno fisico particolare all' Egitto, e anche questo meravigliosamente regolare e costante, l'inondazione del Nilo.

:

Questa incomincia a vedersi al Cairo verso il 20 Giugno, ma solo verso il 10 di Agosto il Nilo esce dalle sue rive; d'altra parte il 20 Luglio alla latitudine di Alessandria, e il 13 a quella di Assuan, in media il 16 Luglio per l'Egitto, si verifica il sorgere eliaco di Sirio per cui questo fenomeno, che si manifestava in un punto intermedio fra l'inizio della inondazione e il momento in cui quella si compiva, bene poteva essere preso, e infatti fu preso dagli Egizianì come l'annunzio, come il principio della inondazione, e al tempo stesso come il principio dell'anno.

Ciò si è verificato in Egitto fin da tempi antichissimi, anteriori ad ogni monumento; e fin da remotissimi tempi si solennizzò in detto giorno il principio della inondazione e al tempo stesso il principio dell'anno.

Stabilito questo punto fisso di riscontro per il principio dell'anno, il primo giorno del medesimo e, conseguentemente, le feste solenni relative, sarebbero indefinitamente

cadute nel medesimo giorno del sorgere eliaco di Sirio, se l'anno egiziano fosse stato precisamente della lunghezza dell' anno solare. Ma invece, essendo stato l'anno egiziano sempre più corto dell'anno solare, incominciò subito, fin dalla prima istituzione del calendario, a venir meno questa coincidenza; e il giorno nel quale si solennizzava il cominciamento dell'anno nuovo, venne sempre più allontanandosi, ossia veniva sempre più anticipando su quello nel quale si verificava il sorgere eliaco di Sirio; ricorrenza questa che veniva essa pure celebrata con feste solenni.

Da ciò lo sdoppiamento di una festa, originariamente unica, in due feste, che si andavano progressivamente allontanando l'una dall' altra.

L'anno egiziano fu in origine di 12 mesi lunari di 30 giorni ciascuno, e cioè di 360 giorni; ed è credibile che l'anno di 360 giorni sia rimasto assai lungamente in uso, come potremmo arguire dal fatto che l'anno di 360 giorni era talmente penetrato nelle consuetudini che, almeno nelle amministrazione di alcuni templi, vi si era mantenuto certamente fino alla dodicesima Dinastia.

A ogni modo, in un periodo pur sempre antichissimo, all'anno di 360 giorni furono com'è noto aggiunti 5 giorni, detti «i 5 giorni in più dell'anno ». È ragionevole il supporre che questa riforma del calendario sia stata introdotta nel punto in cui, dopo uno o più cicli di 69 anni e mezzo, il primo dell'anno egiziano ritornò a trovarsi in coincidenza col giorno del sorgere eliaco di Sirio; ma anche ciò supposto, poichè l'anno di 365 giorni rimaneva pur sempre più corto dell'anno solare di circa sei ore, ricominciò a verificarsi, per quanto in minori proporzioni di prima, l'allontanamento delle due feste, colla differenza che, mentre prima tale allontanamento era di circa 5 giorni e un quarto ogni anno, si ridusse a circa un giorno ogni 4 anni, e il ciclo necessario a riaversi la coincidenza delle due feste, invece di circa 69 anni e mezzo, divenne di 1460 anni; derivandone, per conseguenza, il fatto che una volta sola ogni 1460 anni il primo giorno dell'anno

egiziano coincidesse col sorgere eliaco di Sirio, e le due feste si ricongiungessero nella originaria unità.

Edoardo Meyer, nel suo magnifico lavoro, Die Ægyptische Chronologie (in Abhandl. der K. Preuss. Akad. der Wissensch., 1904, 1907, e Zeit. f. Egypt. Spr., 1907, p. 115), pensa che questo sistema calendarico rimase fermo, immutato, senza nessuna modificazione, durante tutta la durata della civiltà egiziana, dai suoi primordi nel periodo predinastico fino alla sua fine. E poichè, secondo la indicazione di Censorino, che scriveva nell' anno 238 dell'èra cristiana, una coincidenza sotiaca èra avvenuta nell'anno 139 dell'èra nostra, il Meyer fissa una seconda coincidenza nell'anno 1321 avanti l'èra medesima, la terza nell' anno 2781, la quarta nell'anno 4241; e questo egli opina sia stato il punto di partenza, la data cioè della istituzione in Egitto del calendario sulla base dell'anno di 365 giorni.

Tutto ciò premesso, poichè una nota scritta sul verso del papiro Ebers e una lettera di uno ad altro sacerdote, contenuta in uno dei papiri di Kahun, hanno dato le precise indicazioni che nell' anno 9 del regno di Amenofi I la festa del sorgere di Sirio si celebrava, non nel primo giorno dell'anno, ma il giorno 9 dell'undecimo mese, ossia in ritardo di 309 giorni sulla festa del primo dell'anno, e che nell'anno 7 di Usortesen III la stessa festa sotiaca cadeva nel giorno 17 dell'ottavo mese, ossia in ritardo di giorni 227, con un semplice conto si stabilisce che l'anno 9 di Amenofi I cadeva precisamente nell'anno 1546 avanti l'èra cristiana, e l'anno sette di Usortesen III nell'anno 1877.

E poichè il Meyer ritiene che dall'anno sette di Usortesen III al principio della dodicesima Dinastia erano passati 133 anni, e dal medesimo anno 7 di Usortesen III al fine della Dinastia medesima passarono 86 anni, e che dall'anno nove di Amenofi I al principio della diciottesima passarono circa 34 anni, resta agevole per il Meyer stabilire che :

il principio della XII Dinastia cadeva nell'anno 2000;

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