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17. Aprile

mafo le reggeffe efclamò quafi libero da ogni angofcia; Ecce in quem fperabamus; forfe con oggetto di spruzzare ne' Francefi diffidenza delle fue intentioni. Era l'armata compofta di venti quattro vafcelli, otto barche incendiarie, ventidue galere, e nonanta tartane per le munitioni, vittuarie, e caualli il cui affembramento per procaccio di Monfignor Mazzarini Arciuefcouo d'Aix fi trouaua in sì corto tempo in concio: faticandoui egli giorno, & notte inceffantemente, e con vna diligenza prodigiofa acciò tempeftiuamente vfciffe in Mare. Vi s'imbarcarono fopra 5000. fanti, & 100. huomini d'arme di Crequy à Tolone. Con gli atti di tutta l'impatienza staua attendendo la fua comparfa nel Liguftico mare il Prin- 1646. cipe Tomaso il quale intollerante d'vn più lungo indugio fe ne paffò al Cairo, e quiui non capitando alcun ragguaglio del fuo viaggio moffe il giorno feguente all' Altare oue rinuenne Tobbia Pallauicino, che gli diffe,che per fuo auuifo l'armata Francefe non poteua partire di qualche giorno: di che il Principe fe n'attriftò'grandemente attefoche la penuria de' foraggi, e la scarfezza della prouianda non li confentiuano di lungamente dimorare in quello fterile paefe. Ma non fapendo più refiftere all' importunità dell' Arciuefcouo d'Aix feruorofo nelle fue attioni ma tutto fuoco in quefta, che portaua feco congiunto il fuo intereffe: fciolfe in fine dall' acque di Hieres Moff & imcon vento propitio approdando al vado alli 30. 30. d'Aprile, Principe Toe quiui auanzatofi il Principe Tomafo fece imbarcare li malo. fuoi reggimenti d'infanteria con qualche numero di caualieri smontati, & Vficiali delle fue guardie. Trà la Republica di Genoua, e lui feguirono le folite vficiosità facendo prefentare alla medefima yna lettera del feguente

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barcatione del

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CA

Republica di Genoua fotto li
24. Marzo 16 46.

ARISSIMI, e buoni amici. Le buone intentioni, che voi hauete fempre dimostrate verso il ben publico dandoci à credere, che voi fentirete gusto di contribuire à quello, che noi defideriamo procurare alla Christianità non hauendo altro fcopo nella continuatione della prefente guerra, che di ottenere una pace generale, che fia ferma, e ftabile, & alla quale il nostro Regno poffa participare, & affine che nel corfo de' difegni a' quali le nostre forze poffono effere applicate per confeguire mediante la diuina affiftenza il fine propoftofi habbiamo rifoluto di fare congiuntamente agire due poffenti armate l'una di terra, & l'altra di Mare nelle cofte d' Italia contra li nemici dichiarati di quefta Corona. E perche potriano afferrare ne' voftri Porti come pure in quello del Vadi noi vi preghiamo di dare a' foldati, che verrebbono dalla banda del Piemonte, & à quelli, che s'imbarcaffero in detta cofta ficuro, e libero paffaggio,& ricetto ne' Porti, e Terre di voftra ubbidienza, & in quello del Vadi in particolare afficurandoui, che noi habbiamo dato ordine efpreffiffimo di non intraprendere cofa alcuna fopra li voftri Stati, e fudditi anzi noi cercheremo l'occafioni di contracam

e

biare le teftimonianze, che noi receueremo in questa occorrenza delle vostre buone dispofitioni nelle cofe, che ci riguardano, & verfo questa Corona. Sopra che rimettendoci al Segretario du Mefnil intorno à ciò, che noi potreffimo aggiungere à quefta lettera non fi diffunderemo in altro, che à pregare Iddio, che vi habbia cariffimi, e buoni amici nella fua fanta, e degna guar

dia.

di Genoua

concede il pafdita de' Porti

fo e le como

a' Francefi.

Concedette la Republica all' armata. Francese la co- La Republica modità de' fuoi' Porti, sbarco, e tranfito per li fuoi Dominij di che con fpeditione di corriere ne diede ragguaglio al Contestabile di Caftiglia Gouernatore di Milano. il quale ne trasmeffe incontanente l'auuiso all'Ambasciadore Cattolico in Venetia, che ne fece negotio in Collegio efagerando il pericolo, che correua la libertà d'Italia per la nuoua inuafione dell' armi Francefi, e con tacito rimprouero à quei Signori, che la lafciaffero aggiogare senza muouerfi: non effendo il male sì grande ancora, e sì difperato, che il rimedio non fi trouaffe in mano della Republica fe voleffe impiegarlo con vnirfi al Re fuo Padrone, & ad altri Principi d'Italia; come appare nella fua espositione.

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23. Aprile

1646.

ESPOSITIONE DELL' AMBASCIA-
DORE DI SPAGNA,

SE

ERENISSIMO Principe. Sabato à meza notte riceuei un corriere efpreffo con un difpacció del Signor Conteftabile di Caftiglia col quale mi auuifaua, che hauendo la Republica di Genoua riceuuto lettere del Re Criftianiffimo con le quali le dimandaua li fuoi Porti per fbarcare gente, e farla passare per gli suoi Stari affine d'introdurla poi in quella parte one più conueniffe à gl'intereffi di quella Corona, e fimilmente per tornare ad imbarcare la detta gente ò quella, che doueffe congiungerfi con le truppe, che hoggi fi trouano in Piemonte, la detta Republica hauea tutto conceduto à Sua Maeftà Chriftianiffima.

Quefta notitia è di tal qualità, che differij folo hieri di portarla à quefto Eccellentiffimo Collegio perche era giorno di fefta, ed hoggi, che la propongo non farò lungo difcorfo fopra d'effa poiche la medefima materia obligherà à farui fopra molta riflessione; non potendofi dubitare nè de fini della Corona di Francia nè di quelli, che fin' hora pareuano conghietture probabili; e in hoggi con infinito mio rammarico veggo effere euidentemente comprouate come di fcorgere nel corfo di diece mesi verificato co' moti di Leuante quello, che in quattro anni continoui hò fempre profetizzato. Assicuro

V. Serenità, che quanto operauano li Miniftri di Francia in tutte le parti era folo per indebolire la difefa d' Italia non perdonando nè meno per questo intento il muouere vltimamente tutta la Porenza Ottomana, come io diffi molti giorni auanti, e non senza fondamento della rottura con la Republica per vedere, che fiteneua viua quefta pratica in Conftantinopoli

reciproca corrispondenza del cui trattato è effetto la diuerfione, che hoggi fi fà, come lo fanno apparire chiaramente le vele di questa armata. E benche poteffe parere ftrana vna lega d'un Principe Chriftiano: nondimeno facilita questa credenza non folo ciò, folo ciò, che prefentemente fperimentiamo ma quello, che ftabilì` con Francefco Primo Solimano il quale dubitando non foffe quefto Re per mantenere la fede, che violana alla fua propria Religione l'obligò ad un giuramento così indegno come quello, che riferiscono molti, e particolarmente Surio ne' fuoi Comentarij l'anno 1544. con parole, che pronuntiate da un Re Chriftianiffimo offendono l'orecchie Cattoliche.

Se li Miniftri di quefto Re poffono effere buoni mediatori di quella pace, che hanno conuolta ; fe il dare gelofia coll' armata è stato com effi diceuano non per difaiutare V. Serenità ma per affettare alla fua ombra gľ intereffi de' Barberini ; quello, che hora vanno operando lo fa conofcere chiaramente non potendo più nafcondere li lacci, che cercano di porre alla libertà di questa Prouincia, e con maggiori infidie alla libertà di questa Sereniffima Republica poiche hanno procurato d' impegnar

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