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la in due guerre, com'è stata la paffata, e com'è la prefente affai più pericolofa al fopradetto oggerto, e per leuare fenza rischio la maschera à quella ambitione, che hanno nutrita tanti anni, e gli ha fofpinti ad introdurre per la porta di Pinarolo le fue armi in Piemonte fotto un zelo apparente di contrapefare in Italia le forze per preferuarla da qualunque nouità. Ma boggi chiaramente fi fcuopre, benche lo fia stato fempre per lo paffato, che il loro intento era di dare occafione con le dette armi alla rouina, che procurano, e che confido in noftro Signore non fieno per confeguire poiche li Principi d'ella non conferuano la loro folita prudenza fenza forze, ne le forze senza prudenza in guifa, che non poffino rendere vano qualfiuoglia tentatiuo: fi che effendo indubitabile ciò, che io riferisco farebbe fatalità fe non si eseguiffe ciò, che vado infinuando.

All' attentione dell' Eccellentiffimo Senato tocca conofcendo li difegni, e non ignorando li danni confultare, e rifoluere li rimedij; e le mie parti fono di dire folo à Voftra Serenità, che fe la Candia è antimuro del Regno di Napoli rispetto al Turco, come più volte mi ha detto; lo Stato di Milano altresì è propugnacolo di quefto Sereniffimo Dominio in riguardo a Francefi menipoffenti si ma però non men pericolofi nemici nè migliori confinanti per allargare le loro Prouincie dal Mare Oceano fino all' Adda. A me tocca di più di assicurare Vostra Serenità,che in quefto accidente la circunftanza, che maggiormente aggraua il disgusto de' Ministri del Re mio Signore, è il

mirare,

mirare, che quelli di Sua Maeftà Christianiffima ci priuino di potere affiftere à questa Sereniffima Republica con la prontezza, che voreffimo con la volontà di fempre, e con le forze, che potrebbono effere differite da quefta diuerfione: benche per rimediare à quefti in*conuenienti fi fieno spediti corrieri in Ipagna, & al Signore Duca d' Arcos affinche con questa notitia poffa Sua Maeftà comandare, che traualichi il golfo vna parte delle fuc forze marittime acciò aggiunte all' altre. si possa prouedere à tutto, e difendere li fuoi Stati egualmente con quefti della Seren ffima Republica, & de gli altri Principi amici. Di quefto poffo rendere ficura V. Serenità, e che alla rifolutione, che l' Eccellentissimo Senato prenderà per ouuiare à tanti dann, e così comuni noi cooperaremo dal canto noftro come fempre ha Sperimentato la Sereniffima Republica nelle conuenienze vniuerfali, e particolari.

La risposta della Republica fù in termini generali, & di compatimento mentre trouandofi alle prefe col Turco non poteua corrispondere alle dimande de gli Spagnuoli, che con atti di fterile volontà per non prouocarfi contra l'armi vittoriofe della Francia.

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27. Aprile

1646.

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RISPOSTA DEL SENATO all' Ambasciadore di Spagna.

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IGNORE Ambafciadore. V. S. con gran virtù, e prudenza accompagna gli vfici fuoi ; e quanto noi ne gradiamo l'efpressione dobbiamo molto ringratiarla della confidenza. Con altrettanta moleftia conueniamo intendere l'augumento delle perturbationi, e de' trauagli della Christianità, & à fta Prouincia in tempo che l' vniuerfale bifogno ricercarebbe, che da tutti con vnione, e pace fi accorreffe à diuertire quei pericoli de' Turchi, che imminenti già ci soprastano. Con questo oggetto della concordia vniuerfale fi deuono attendere gli effetti generofi de' Principi, che possono più risultare à gloria, ed effere di feruigio del Signor Iddio, e del Chriftianefimo. Habbiamo contribuito li meži, e gli vfici tutti, e non tralasciata qualunque opera, ed esperienza per confeguirlo coll' impiego efficace de' noftri Ambafciadori, e Miniftri à Munster non folo mà à tutte le Corti con efibitioni fate da Mediatori di molti partiti di fofpenfione generale ed altri, e anco di una particolare fra le Corone in Mare, che haurebbe per auuentura leuate quelle gelofie, e diuertiti quei turbini, che hora fopraftano. Con lo fteffo buon zelo, & attentione di Sempre non mancaremo per la parte noftra di cooperare

alla quiete, & alla concordia ficuri, che la Maestà Cattolica anco delle diftrattioni col vigore delle forze proprie hauerà modo non folo per procurare à se stessa auuantaggi ma per compartire alla Republica, & al ben comune ne gl' inftanti bifogni prefenti, e che non ammettono ritardo quegli aiuti, & affiftenZe, che più poffono afficurarla mentre da lei fola non potrebbe tamente refiftere, ed ogni finistro feguirebbe con danno vguale d'ogn' uno come l' euidenza lo dimostra, tt) è di vantaggio conosciuto dalla prudenza di V. S. e da gli altri Miniftri di Sua Maeftà.

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Per difcreditare l' vficio dell' Ambafciadore di Spagna appresso li Veneti fi condutfe in Collegio quello di Francia rapprefentando quanto il procedere de gli Spagnuoli doueffe riuscire fofpetto alla Republica di qualche loro fegreta intelligenza alla Porta, e ne traheua la riproua da' ficuoli apparecchi ordinati fin' allora per difendere gli Stati più esposti all' inuafione de' Turchi da' quali haueano anzi leuate tutte le loro forze come fe foffero ficuri, che non farieno attaccati. Efagerò le difficultà, e li modi, che intracciauano alla pace generale, & il ricufamento d'vna fofpenfione d'armi nel Mare Mediterraneo con amplificare in feguela la malitia loro nel procurare d'intenebrare tutti li Potentati d'Italia per l'armamento nauale della Francia la cui tempefta non cadrebbe alla fine, che fopra li fuoi nemici dichiarati, che con poco fenno fe l'erano soprattirata nel rifiuto dato alla benignità del Re il cui oggetto nell' inuito di quella tregua era ftato il folo zelo verfo il ben publico.

Montato pofcia il Principe Tomaso fopra il vafcello Ammiraglio partì con tutta l'armata nauigando verfo

16 Maggio

1646.

can come

Monte Argentaro, e non oftante qualche trauersia nel viaggio ancorò alla fpiaggia di Talamone. Nel paffaggio, che fece da Spagna al gouerno del Regno di NaPofti di To poli il Duca d' Arcos haueua vifitato li prefidij di Toscapro seduti da na, che foggiaciono al Re Cattolico, e li rinuenne degit Spagnuoli, boliffimi, e fproueduti d'ogni forte di munitione : onde giunto à Napoli fifsò il fuo penfiero ad afforzarli, & à munire quei Pofti inuiando al gouerno d' Orbitello il Colonnello D. Pietro la Puente con qualche numero di fanti, e di caualli, e con denari, e vestiti per gli foldati. E crefcendo in appreffo il romore, che l'armata Francefe fi apparecchiaffe di affalire qualch'vna di quelle Piazze: mandò il Generale D. Carlo della Gatta per fopra-intendere à quella difesa con titolo di Vicario Generale di tutti quei prefidij, che all' arriuo dell' armata Francefe riuscirono inferiori di gran lunga al bifogno per la fonnolenza de gli Spagnuoli in rinforzarli come conueniuafi. Questi prepofe alla Piazza di Porthercole il Sergente Maggiore Alonzo Marino; à Monte Filippo vn' Alfiere Spagnuolo; à Porto-longone il Capitano Diego de Vrruthia; à Talamone vn Sergente con venticinque foldati; & à Porto Sanftefano vn Capitano con vn Alfiere, e quaranta foldati con quatordeci pezzi d'artiglieria.

In Corte Chriftianiffima fù efibita da' Barberini, a' quali douea risultare la maggior parte del beneficio, che alla Francia recherebbe la profperità di questo fuo intraprendimento, la feguente informatione della Piazza d' Orbitello ristrette tutte le loro diligenze alla penna senza toccare la borfa, che li cicalecci della fama al folito bugiarda diuolgarono aperta, e verfata sopra li Francefi per pingerli à quefto cimento.

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