Il Papa molle à caufa della filuche Napolitane, che haueuano inueftito à Palo donde li foldati, e marinari fe n'erano fuggiti verfo Roma non senza sdegno del Papa per quefto fucceffo in risentimento del quale ordinò, che ne' fuoi Porti non fi desse ricetto à vafcelli, e galere Francefi. Ottauio Marchefe co' feicento fanti sbarcati negando di stare fotto gli ordini del Sergente Maggiore Marino Gouernatore della Piazza alloggioffi fotto Monte Filippo, e per non parere di tratteneruift otiofamente volle tentar lui fteffo il foccorfo della Piazza affediata, e falito sù le colline fi trouò in vn tratto affalito da fecento fanti comandati dal Barone della Croce Luogotenente Colonnello del reggimento di Normandia, e da venticinque caualli di Crequy, che guidaua il Tenente la Planta : gli vni, e gli altri fotto la direttione, & ordini di Santonè Marefciallo di Campo. Il primo incontro fù feroce con preualere li Francefi auuegnache alle replicate lor cozzate non reffero gli Spagnuoli, ma rotte l' ordinanze fi abbandonarono vilmente alla fuga con perdita fopra la metà della loro gente, e di due fagri ottenuti dal Marino, oltre alla prigionia del fuo Sergente Maggiore Frà Paolo Venato , e di tre Capitani: con che fù interamente conquifo, e diffipato quel foccorfo, che con tanta felicità era entrato in Porthercole. Parue, che all' annuntio dello sbarco de' Francefi in propinquita Toscana fi rammorbidiffe l'animo del Papa, e palesafse de' Francefi. fentimenti più timeffi nelle difcrepanze con quella Coro na; e doue prima con ingrate orecchie vdiua parlarfi della remiffione de' Barberini, hora egli fteffo ne mouea difcorfo quafi vago di cercare li modi di potere fgabellarfene con riputatione per la cui indennità perfifteua nel primo fuo fentimento di non ammettere Mediatori. A quefta riconciliatione inchinaua volentieri l'animo del Cardinale Mazzarini: le confiderationi di ageuolare all' armi del Re le imprese ardue, e magnanime, che in Italia fi offeriuano perfuadendolo ad accettare gl' inuiti di Monfi All' Abbate Monfignore Scoti d'entrare in negotio fopra le prefuppo- 6. Maggio fte buone inclinationi nelle quali prefentemente il Papa 1646. fi trouaffe di compiacere la Francia già che non fi cerca- Sannicolas. uano rogne con Roma ma d'ouuiare, che la dignità della Corona Chriftianiffima non fi conculcaffe. Condefcendeua il Re à fare non folo tutte le fupplicationi ma ad obligare li Barberini à preftare al Papa tutte le più humili fommeffionis' era neceffario purche l' afficuraffero dell' effetto della chiefta fodisfatione. Non caleua al Re di donare tutte le apparenze al Papa purche fi accertaffe à ricambio dell' ottenimento della fuftanza. Ordinò perciò all' Abbate di Sannicolas, che confultati prima li Ĉardinali Grimaldi, & Efte, & ottenuta la loro approuatione vedeffe il Papa se vi foffe fperanza di ritrarne questo frutto. E come ftimauafi improuido configlio l'infornarenuoue trattationi quando cadeuano l'apparenze di profpero auuenimento: così folle mancamento notabile il non volere afcoltare, ò per falta di parlare in tempo congruo lafciarfi fcappare l'occafione di acconciare le differenze. Nè occorreffe altra plenipotenza ricercata da Monsignor Scoti, che le fue lettere di credenza ́ mentre quefto non era vn trattato formale, che bifognaffe firmare. Doueuafi rimanere infieme in accordo delle conditioni, che ciafcuno eseguirebbe appreffo dal canto fuo quando fe ne farebbe data contezza in Corte Chriftianiffuna. E fe parlauafi d'aggiuftamento quando credeuafi in Roma, che l'armata fi volgeffe al tratto della Catalogna hora, che la vedriano operare nelle vifcere d'Italia fe diceffero da douero foflero per accrefcere della metà almeno, e però non fi haueffe à negligere vna sì fauoreuole congiuntura tanto più, che qualfiuoglia apparenza concedefle la Francia al Papa non fe le poteffe imputare à debolezza veggendofi in grado di farfi rendere ragione da Roma à viua forza fe la fua pietà, e diuotione verfo la fanta Sede non le legaffero le mani. Al Cardinale Antonio, & al Prin 9. Maggio 1646. LETTERA DEL RE AL CARDINALE ANTONIO. M Io CVGINO. Vi fò questa lettera col pa rere della Regina Reggente mia Madre per dirui, che la ftagione cominciando ad addolcirfi io giudico tempo accetteuole per incaminare à quefta Corte li figliuoli del mio cugino il Prefetto di Roma, che il rigore della stagione haueua trattenuti in Prouenza, & che haurei gufto di vedere tutti infieme à Fontanablò oue fò conto di trouarmi dentro il mefe proffimo. Potrete dunque ò incaminarui à picciole giornate questa volta per arriuare al detto Fontanablò al mio ritorno di Piccardia oue io m'auanzo questa settimana, ft) in attendendo che io vi afsicuri più particolarmente della continuatione della mia buona volontà, e protettione al punto che voi faprefte defiderare, prego Dio che vi habbia mio Cugino, nella fua fanta guardia. à Antiguardando il Cardinale quefto affare nello fpecchio della fua lunga efperienza puntualmente fi apponeua al corso delle facende di Roma, e le difcorreua da lungi come fe paffaffero fotto li fuoi occhi fignificando al Cardinale Grimaldi, che tutti gli argomenti cofpiraffero in farli credere compofte à quell' hora le difcrepanze 1646. alieno dell' con Roma. tra'l Cardinale d' Efte, e l'Almirante: ed ammollito l'ani-13. Maggio mo del Papa verfo le fodisfationi della Corona. Ammo- Cardinale niua Grimaldi con tacito auuedimento, che gli effetti dell' Mazzarini ira non veniuano da gli huomini di fenno, e da' Mini- aperte rotture ftri appellati à parte delle confultationi di Stato. Tutti li più profperi fucceffi di vittoria, che fi poteffero augurare nelle contefe in Roma non influiffero punto nella felicità dell' imprefa, e de' disegni, che hauea per le mani la Corona Chriftianiffima; e foffe vn volere con strana, e portentosa metamorfofi raccomandare al piè il reggimento del corpo, e della tefta. Dal corfo lieto, ò trifto dell' armi dipendere l'ingrandimento ò la depreffione della potenza, & riputatione delle due Corone ; e foffe vn volgere capo piede il mondo il voler fubordinare queste all' efito del tafferuglio di Roma. Tutte l'altre cofe effere conneffe, feguaci, ò dipendenti dall' armi. Questo incontro vale à far chiaramente trafparire la fodezza, e l' eccellenza de' configli del Cardinale primo Miniftro nella moftra, che qualunque aúuenimento fortiffero li contrafti in Roma poco li caleffero : ma tutti gli studij delle fue applicationi verfaffero intorno alla profperità dell' armi Francefi nella cofta di Toscana fufficienti non folo à rendere rispettato, e temuto il partito della Corona Chriftianiffima in quella Corte, ma di fpremerne altri confiderabiliffimi vantaggi. E nell'abborrimento fuo alle hoftilità contra la Tofcana, e lo Stato Ecclefiaftico rifulgeua quel predominio, che il fenno hà ritenuto fempre nel corfo di fua vita fopra le proprie paffioni non lasciandofi trapportare dallo fdegno nè da infano appetito di vendetta alle deliberationi: ma di genio tutto placido, tutto mite, tutto misurato, e faggio compaffaua le fue rifolutioni, e difegni ò col bene, e con la gloria della Corona, ò col proprio vtile; e pefaua quanto conueniuafi le male feguele del foprattirarfi nouelli nemici, e li profitti all' incontro di fcemare gli oftacoli nell' introdurre il piede nell' vmbilico dell' Italia fe voleuafi ben fermaruelo, e non dif Il Cardinale defidera di bino. pendere tant' oro, e tanto fangue. A quefto effetto inculcaua con reiterati ricordi, che fi abbracciaffero tutte le aperture di concordia col Papa faluo la dignità del Re. Mandaua perciò al Cardinale Grimaldi, che le voci affettatamente fate precorrere,che il Nuntio hauefle cauato ficurezze da lui, che l'armata non anderebbe contra il Papa foffero artificiofe perche fe bene non haueffe mai toccato quefto penfamento la mente del Re fi fotle nondimeno vfata ogn' induftria per imprimere vna contraria credenza acciò il timore forzafle Roma a' compiacimenti della Corona. Ordinaua poi, che fe trafparifle alcun colpire Pion- modo di occupare lo Stato di Piombino, meffa prima in ficuro l'imprefa di monte Argentaro, ne auuertifle il Principe Tomafo, & il Duca di Brezè perche fe non altro foffe per cadere fenfitiua all' animo del Papa per il danno, che ne rimbalzerebbe al Nipote Principe Ludouifio fenza che S. Santità poteffe dichiararli più per quefto, che per monte Argentaro attefoche amendue li Porti erano vgualmente fuggetti à gli Spagnuoli. Che tutti li partiali di Francia noi poteffero rendere feruigio più fegnalato nè fare attione più gloriofa per la Corona, che di conchiudere con riputatione del Re vn' accomodamento col Papa che l'armata Francefe progreffaffe à monte Argentaro: onde fe in Corte Chriftianiffima compariffe l'annuntio, che la casa Barberina foffe faluata dal naufragio con la fua remiffione in priftino; che il Papa condefcendeffe alla consegna di Bopuy; e deffe vna diceuole fodisfatione all' Re nell' altre dimande farebbe riceuuto con giubilo maggiore di quello recafle la vittoria d'vna gran battaglia contra gli Spagnuoli. Non poteffe feguire la concordia in congiuntura più gloriofa per la Francia, nè più facconcia alla riputatione del Papa, imperoche questi darebbe fodisfatione al Re quando lo fcoppio dell' armi Francefi era seguito fuori dello Stato della Chiefa : e la Maestà Sua fi contenterebbe d'effere profufa nelle appa in tempo, |